Si chiama ‘decluttering’. Letteralmente si tratta della pratica di liberarsi degli oggetti
vecchi o inutili. Una cosa è chiara a tutti, in merito al momento storico più che mai: ordine e benessere
sono connessi tra loro. Quindi da dove partire, se non dall’armadio?
Fare decluttering rappresenta una vera e propria attitudine orientata all’essenziale. Una liberazione che ci
prepara al futuro, al rinnovamento e alla rinascita. Bisogna dotarsi di spirito critico, in modo tale da poter
partire con la consapevolezza che fare “pulizia” vuol dire anche dare una certa coerenza al proprio armadio,
ossia creare una sinergia fra i nostri abiti. In che modo? Cominciamo dal principio: per fare decluttering è
bene prendersi tutto il tempo necessario, anche una settimana, se necessario. Questo ci permetterà,
oltretutto, di recuperare anche tantissimo spazio dove, apparentemente, non ce n’era.
Ecco di seguito un vero e proprio vademecum da seguire a partire dalle primissime cose da fare:
1. Individuare la propria palette cromatica. Di certo non è semplicissimo individuare la propria palette
di riferimento e sarebbe giusto confrontarsi con un esperto, ma c’è un trucco per poter iniziare: si
possono eliminare tutti quei capi che ci fanno apparire più stanche, sciupate, disordinate, meno
eleganti o trascurate. Il colore giusto fa risaltare il proprio incarnato e gli occhi, e riesce a dare
luminosità, fa apparire più riposate, belle e ordinate.
2. Individuare i punti di forza della propria corporatura (quelli cioè che vanno messi in evidenza); si
parla di body shape, anche in questo caso non è molto facile senza il supporto della consulente
d’immagine ma, per iniziare, e per trovare i capi cosiddetti ‘valorizzanti’ si può eseguire una
‘scannerizzazione’ delle proprie parti del corpo, soffermandosi su ciò che ci piace di più. Per
esempio la vita sottile richiama una bella cintura, un bel paio di gambe le gonne o i pantaloni che le
sottolineano, un bel lato B un pantalone attillato, un bel seno una scollatura ad hoc, spalle
disegnate un abito che le metta in mostra ecc.
3. Individuare i propri punti deboli (quelli da camuffare);
4. Pensare a qual è il proprio stile: è inutile tenere tute da ginnastica quando si fa fatica ad indossarle
anche in casa;
5. Schematizzare la distribuzione delle proprie giornate fra lavoro, famiglia, tempo libero, sport,
occasioni mondane etc.: ciò servirà per capire in che percentuale distribuire la spesa per i vari capi
di abbigliamento e fare acquisti in maniera più razionale;
6. Avere sempre presente che immagine si vuol dare di sé anche agli altri, perché l’abbigliamento è un
veicolo formidabile di comunicazione;
7. Essere pronte a liberarsi di capi “inutili”.
Ciò premesso, si possono adottare alcuni semplici criteri per capire cosa eliminare: ciò che non è
appropriato alla propria età, tutto ciò che non valorizza le forme (non è della taglia giusta e non è
proporzionato), ciò che non è adatto al contesto in cui si vive o si lavora, ciò che non è nei propri colori, ciò
che non rispecchia il proprio stile. Negli ultimi anni hai preso dei chili che proprio non riesci a perdere e
ogni volta che apri il tuo armadio fanno capolino quei meravigliosi jeans due taglie in meno che speri un
giorno di poter re-indossare? Ecco, forse ti conviene rinunciarci per ora e aspettare di perdere qualche chilo.
Di grande aiuto in questa fase può essere domandarsi in merito a quel capo: ‘da quanto tempo non lo uso,
perché, penso di avere ancora l’occasione di usarlo, ecc.’.
Una piccola strategia per le più titubanti è quella di concedersi qualche settimana di tempo per decidere cosa fare dei capi messi in dubbio: metterli da parte e, solo dopo aver verificato che in effetti proprio non si riesce a indossarli, metterli in un bel borsone e darli
a chi magari potrà goderne più di noi.
Da un punto di vista pratico consiglio di preparare: borsoni, contenitori/scatole di varie
dimensioni, grucce di qualità, bustine in organza per la biancheria intima, buste per cappotti, pellicce,
etc. anti-tarme di qualità, un prodotto per pulire l’interno degli armadi, creare spazio nella stanza per poter
appoggiare e dividere i capi.
L’organizzazione viene fatta dividendo i capi, quindi si procede in maniera separata: capi spalla, maglioni,
camicie, dolcevita, magliette, pantaloni/gonne, sciarpe, cappelli, guanti, intimo, pigiami, scarpe,
abbigliamento sportivo, cinture, gioie, borse, etc. Rimuovere tutto una “categoria” per volta!
Fare dei mucchi: da una parte ciò che piace e si indossa regolarmente, dall’altra ciò che langue da anni
nell’armadio ma che, per una ragione o l’altra, non si riesce più a mettere. E’ fondamentale chiedersi il
motivo: il colore non ci sta bene? la forma del corpo è cambiata? È un regalo inalienabile? Lo stile è
incoerente col nostro? Tante possono essere le motivazioni ma, a questo punto, con lucida determinazione
è bene pensare che sia finalmente arrivato il momento di liberarsi dei pesi morti!
Entrano quindi in gioco i borsoni: in uno ci saranno i capi che recuperabili con un intervento sartoriale (a
volte basta poco per dare nuova vita ad un capo dimenticato); in un altro i capi da regalare (o vendere);
nell’altro quelli destinati alla tintoria. Dividete i capi con obiettività: da un lato ciò che indossate, dall’altro
ciò che non mettete da tempo. Fra le due categorie c’è la categoria degli abiti che si possono recuperare
con un intervento sartoriale; per il resto, è arrivato il momento di liberarsi dei pesi morti!. Inoltre, se avete
fantasia potete mettere in pratica il cosiddetto “upcycling”, la tecnica che vi consente di dare nuova vita a
capi inutilizzati come per esempio trasformare una vecchia T-shirt in una tote-bag, un paio di jeans in un
paio di shorts, ecc.
E’ importantissimo individuare quali siano i capi fondamentali: in ogni guardaroba dev’esserci quella che
viene chiamata “capsule wardrobe”, che consiste in una serie di capi di abbigliamento essenziali ed
immancabili e che permettono di avere un guardaroba assolutamente funzionale, attorno al quale
ruoteranno tutti gli altri capi ed accessori: camicia bianca, giacca in pelle, giacca in cotone, cardigan in
cotone, trench, 3 camicette (seta e/o cotone), T-shirt e canotte, 2 gonne, 3 abiti di cotone, 1 paio di jeans, 2
paia di pantaloni in lino o cotone.
Veniamo invece a come individuare e creare gli spazi in base alla tipologia di abito:
1. la parte alta dell’armadio è perfetta per le giacche;
2. la parte bassa è più indicata per pantaloni e gonne;
3. i cappotti, le scarpe e le borse vanno riposti nelle buste;
4. le scatole e i contenitori sono ideali per maglioni, magliette, dolcevita, sciarpe, cappelli,
guanti;
5. i cassetti sono dedicati a cinture, pigiami, foulard;
6. l’intimo in bustine d’organza,
7. i bijoux vanno inseriti in scatole, cassetti, ante su cui appendere collane e bracciali, portagioie
da appendere ai muri;
8. le calze vanno poi suddivise in ulteriori scatole a seconda di tipologia e colore (es.: collant neri,
collant blu, collant colorati, calzini corti etc.);
9. l’abbigliamento sportivo merita una parentesi a parte (top, leggings, panta jazz ecc.). in un
cassetto separato.
La creazione quindi del cosiddetto “armadio intelligente” composto da abiti e
accessori nella propria palette, sarà tale che tutto funzioni con tutto e addirittura sarà possibile vestirsi al
buio (e non è una provocazione, è la realtà!) perché le varie tinte saranno perfettamente in armonia fra di
loro, senza escludere la facilità di abbinare gli accessori e non doverci più sentir pronunciare la fatidica frase
“ho l’armadio pieno e non ho nulla da mettere addosso!!!”