Moderna ma classica, chic ma al contempo comoda, adatta sia a look casual che per la sera, la cappa, versatile capo d’abbigliamento che ha spopolato sulle passerelle AI 2020/21, ha un’origine antichissima, sebbene di difficile tracciabilità.
La prima illustrazione pervenuta ai giorni nostri (anni 1000) raffigura un uomo che la indossa drappeggiata attorno alle spalle; un’altra, intorno al 1300, ritrae una donna con una cappa (ma nel Medioevo si parlava di “mantello”) attaccata al collo del suo abito. Da accessorio semplice e creato per offrire uno strato protettivo, la cappa divenne sempre più elaborata e rappresentativa dell’appartenenza ad una determinata classe sociale o professione.
Così quelle dei monaci avevano il cappuccio, quelle dei sovrani erano in seta, velluto o raso, con bordi in pelliccia e lunghe fino ai piedi (per proteggerli dalle intemperie) e di colore rosso scarlatto per indicare l’alto lignaggio del possessore.
Fu solo nell’epoca vittoriana che le cappe, ormai indossate più dalle donne che dagli uomini, trovarono il loro posto nel mondo della moda. A questo punto la loro utilità declinò per lasciare spazio alla loro natura decorativa, perfetta per coprire abiti da sera molto voluminosi.
Con il passare degli anni vennero aggiunti collo, bottoni, fessure per le braccia e le lunghezze diminuirono per potersi accompagnare a vari stili d’abbigliamento.
Dopo gli anni ‘50 la cappa andò fuori moda, per ritornare brevemente negli anni ‘70 nella versione poncho.
E’ stato però il 2014 che ha visto il suo ritorno grazie a Burberry, che ha concluso la sua sfilata FW 2014/15 facendo indossare a tutte le sue modelle la propria cappa/poncho personalizzata.
Le sfilate FW 2020/21 l’hanno ritrovata, declinata in pochi colori, soprattutto neutri (nero, grigio, cammello) ma in varie fogge, tessuti, lunghezze, stili e per le più svariate occasioni: è chiaro che gli stilisti abbiano pensato a qualunque occasione per indossarla. Si sono viste infatti cappe lunghe, corte, eleganti, sportive, abbottonate, aperte, bordate, con frange, con cintura o alamari, ricamate, realizzate nei materiali più disparati, prevalentemente in tinta unita, lasciando davvero poco spazio a colori che non fossero appunto i neutri.
Ma veniamo ai miei consigli legati al ‘bodyshape’.
Essendo un capospalla largo, sicuramente in climi freddi richiede materiali consoni, certo è che diventa strategico grazie alla possibilità di sovrapporlo ad altri capi, anche ingombranti come può ad esempio essere una giacca. Tende a donare volume, quindi occorre fare attenzione a bilanciare il sopra e il sotto, preferendo pantaloni o gonne piuttosto asciutti. Trovo che possa essere ugualmente indossato da donne con corporatura snella così come più curvy, piuttosto saranno il colore ed il materiale a fare la differenza: tessuti scuri, leggeri, opachi alleggeriscono la figura; quelli chiari, consistenti e lucidi tendono invece ad ampliare i volumi.
La cappa è un capo che fa parte del mio guardaroba ormai da anni e che sfoggio in vari colori e materiali: grigia, blu, nera e addirittura ne ho una arancione e nera, che mi colora le giornate invernali più buie! La indosso con pantaloni skinny o con gonne strette, per creare movimento fra la parte alta, che resta inevitabilmente più morbida e ampia, con quella bassa, che mi piace vedere più asciutta. Un mio vezzo, divertente e fascinoso al contempo, è il guanto lungo, che copre l’avambraccio che, il più delle volte, sbuca dalla cappa per portare la borsa a mano, visto che la tracolla è difficile da indossare con tanto volume.